Villa Carnevali

Lo studio Monaco e Luccichenti divenne, dopo la seconda guerra mondiale, uno degli studi romani di maggiore importanza. Rappresentanti di un "razionalismo colto", la loro opera, di grande importanza soprattutto nella città di Roma, è stata ampiamente trascurata dalla critica architettonica contemporanea.

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in quest'opera gli architetti si confrontano con il tema dell'abitazione monofamiliare. Il repertorio formale rimanda ad una tensione tra modernità - l'aggetto della copertura sopra il terrazzo principale, sorretta da travi estradossate -, e tradizione costruttiva, evidenziata nei muri in pietra del volume del soggiorno.

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Nonostante la sua indubbia qualità, nonché la rilevanza dei suoi progettisti, la villa è pressoché sconosciuta; la recente monografia di Melis per Electa la raffigura sommariamente. Il testo più approfondito sulla villa è un libro del 1959, "Ville al mare", dell'editore G. Gorlich. Si trattava di una collana di libri dedicati all'argomento con carattere tipologico; negli anni, hanno trovato spazio tra le loro pagine anche altre ville di Fregene, coma la Villa Proserpio, o il villino Pettenelli, degli stessi Monaco e Luccichenti. L'articolo dedicato alla villa è corredato da piante, sezioni, nonché interessanti scorci dell'edificio, i quali sono riprodotti in seguito.